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Infertilità maschile
infertilità maschile

Condizione genetiche e ambientali alla base dell’infertilità maschile

 
Nella maggior parte dei casi, l’infertilità maschile è legata ad alterazioni della  spermatogenesi; tuttavia, possono verificarsi difetti nel trasporto dello sperma,  alterazioni a livello delle ghiandole accessorie del tratto genitale maschile, disturbi erettili, disturbi eiaculatori. Anche le condizioni ambientali, stile di vita, incluso lo stress possono influire negativamente sulla fertilità maschile.
 
Risulta difficile, però, valutare i parametri spermatici, in quanto bisogna tener presente che la conta degli spermatozoi varia da individuo a individuo ma anche eiaculato a eiaculato.
 
Le cause maschili possono derivare da: alterazione secretoria, in cui le vie escretrici sono normali ma il testicolo non è funzionante, tale condizione può essere dovuta da  alterazioni primitive o genetiche  (Krausz C et. Al, 2014); oppure derivare da  un’alterazione escretoria, in cui si ha la normale funzionalità testicolare e produzione di liquido seminale, ma le vescicole seminali o dotti escretori sono assenti od occlusi, in questo caso si ha una mancanza di fuoriuscita di spermatozoi.
 
La valutazione del fattore di infertilità maschile può essere determinata mediante: spermiogramma (analisi che consente di valutare caratteristiche mascroscopiche dello sperma e caratteristiche microscopiche degli spermatozoi, quali conta, motilità e morfologia), post coital test (che studia, in vivo, le interazioni degli spermatozoi con le secrezioni vaginali), screening genetico (per ricercare mutazioni del gene per la fibrosi cistica associate all’assenza congenita dei vasi deferenti), alterazioni cromosomiche associate ad un’alterazione della funzione testicolare, microdelezioni dell’Y che determinano alterazioni nella maturazione degli spermatozoi, mutazioni del gene Kal  che regola gli ormoni che stimolano il testicolo, valutazioni ormonali e analisi delle  urine post-eiaculatorie (per diagnosticare una possibile eiaculazione retrograda).
 
E’ stato ipotizzato che l’avanzata età paterna sia associata ad un ridotto volume di sperma, caratterizzato da un minor numero di spermatozoi normomorfi ( Belloc et. Al, 2014).
 
Sia nel contesto della fecondazione naturale che artificiale, l’avanzata età paterna è associata a tassi di gravidanza più bassi e ad un aumento di aborti spontanei, indipendentemente dall’età materna.
 
E’ stato dimostrato, inoltre, che spermatozoi con qualità carenti presentano difficoltà  nel penetrare il muco cervicale (Aitken et al, 1985), legare la zona pellucida (Zouari et. al, 1993) e fondersi con la membrana ovocitaria (Aitken et. Al, 1994).
 
Alcune condizioni lavorative che esponogono a radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraumi, aumentano il rischio di infertilità. Anche l’esposizione agli inquinanti  prodotti dal traffico urbano agisce negativamente. Il fumo di sigaretta nuoce agli  spermatozoi: i fumatori spesso hanno più spermatozoi con morfologia anormale.
 
Infine, un fattore noto, sebbene non sempre determinante d’infertilità maschile, è il varicocele (ingrossamento della vena del testicolo) (ISS).

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