Quando il valore dell’AMH è un problema: cosa sapere sulla riserva ovarica e la fertilità
L’ormone antimulleriano (AMH) è un indicatore chiave della riserva ovarica, ovvero del numero di ovociti ancora disponibili nelle ovaie. Livelli bassi di AMH possono correlarsi con una ridotta fertilità, ma è importante comprendere cosa significano realmente questi valori e quali opzioni sono disponibili.
Cos’è l’AMH e perché è importante?
L’AMH è prodotto dalle cellule dei follicoli ovarici e riflette la quantità di ovociti può produrre. I valori sono strettamente legati all’età della paziente. Si considera una riserva ovarica bassa per valori inferiori a 1 ng/mL.
Tuttavia, è bene ricordare che l’AMH non fornisce informazioni sulla qualità degli ovociti, che è un fattore cruciale per la fertilità.
A seguito del prelievo ematico, se il valore dell’AMH è basso è consigliabile consultare un centro di fertilità che possa guidare la paziente verso una strada più giusta per lei.
Le opzioni possono includere:
- fecondazione in vitro: adattando i protocolli di stimolazione ovarica per massimizzare la risposta, in caso di una coppia in cerca di un concepimento che tarda ad arrivare.
- preservazione della fertilità: come la crioconservazione degli ovociti, soprattutto se non si desidera una gravidanza immediata
Anche le modifiche dello stile di vita sono molto importanti: mantenere un peso sano, seguire una dieta equilibrata e ridurre lo stress possono supportare la salute riproduttiva.
È importante ricordare che un valore basso di AMH non esclude la possibilità di concepire ma richiede un approccio più personalizzato e tempestivo. Ecco perché è importante rivolgersi ad esperti della riproduzione per non perdere prezioso tempo.
Un valore basso di AMH può rappresentare una sfida, ma non una barriera insormontabile. Con il supporto di specialisti esperti e un piano di trattamento adeguato, molte donne riescono a realizzare il loro desiderio di maternità. La chiave è agire prontamente e informarsi sulle opzioni disponibili.